Una donna di 40 anni è morta dissanguata poiché i medici non avrebbero asportato l’utero perforato dopo il raschiamento. Alla persona deceduta sono state effettuate delle trasfusioni di sangue ma la consueta isterectomia così come previsto da prassi in casi come questi. I legali della famiglia sostengono che l’operazione le avrebbe salvato la vita. Sono tre i ginecologi indagati per omicidio colposo: il decesso è avvenuto presso l’Humanitas di Rozzano (provincia di Milano).
Donna morta in ospedale dopo il raschiamento
La 40enne lascia una figlia di 4 anni: era da poco rimasta incinta. La gravidanza aveva comportato diversi problemi sino all’aborto spontaneo giunto alla nona settimana. I rischi di un intervento come questo, che dura circa un quarto d’ora, riguardano anche la possibile perforazione dell’utero. L’emorragia causata non sarebbe stata arginata dai medici. Nonostante le sacche di sangue la donna è deceduta vista la non asportazione dell’utero mediante la tecnica della laparotomia in tempi brevi. Prevista una udienza preliminare programmata sul caso in programma il prossimo 10 dicembre.
La nota dell’Humanitas
L’Humanitas ha diffuso una nota: «La paziente è stata sottoposta ad un intervento chirurgico di natura ginecologica. Durante l’intervento si è manifestata una seria complicanza cui è seguita un’improvvisa e inarrestabile emorragia. A nulla sono valsi tutti gli interventi messi in atto dall’équipe chirurgica e il coinvolgimento di tutte le risorse professionali e tecnologiche di Humanitas. L’ospedale esprime il proprio forte e sincero rammarico per quanto accaduto, nonostante tutti gli sforzi profusi».