Un’inchiesta condotta fra Agrigento e Caltanissetta, insieme al capoluogo meneghino, ha permesso di arrestare coloro i quali negli anni Ottanta furono ladri, pastori e anche rapinatori. Decisero in quel periodo di fare la guerra a Cosa nostra ma la maggior parte morirono. Chi rimase in vita fu mandato in esilio. In realtà, però, i ribelli sono riusciti a salire al potere, soprattutto nella zona di Gela. Fermati anche una quindicina di fiancheggiatori attivi nel Settentrione d’Italia. Sequestri per un totale di 35 milioni di euro.
Mafia in Sicilia e Lombardia, la “stidda” dei ribelli e la gestione di alcune attività illecite
I proventi di Cosa nostra, quella “ufficiale”, erano investiti sul territorio mediante attività quali spaccio di droga ed estorsioni. A ciò si aggiungeva l’inserimento con prepotenza nel settore alimentare. Anche in Piemonte la mafia si è evoluta. I boss odierni studiano ed entrano nel mondo dell’intermediazione finanziaria (fonte “la Repubblica”). La mafia che si evolve, cambia tessuto e si rigenera. Rientri eccellenti dagli Stati Uniti, a Caltanissetta ripartono i cosiddetti “stiddari” con i soldi non sequestrati dalle autorità.