Nuovo capitolo nel caso dei presunti fondi russi alla Lega, nel quale è indagato l’ex portavoce di Matteo Salvini Gianluca Savoini. La difesa del referente dell’associazione Lombardia-Russia sta valutando il ricorso in Cassazione dopo il “no” del Tribunale del Riesame di Milano al dissequestro del materiale informatico. Una decisione che, secondo quanto riferito dal difensore Lara Pellegrini all’AdnKronos, dipenderà dalle motivazioni addotte da parte del Tribunale del Riesame.
Il caso dei fondi russi alla Lega
Per ora quindi, nonostante la richiesta della difesa di Savoini, tutto il materiale, che comprende anche cellulari e computer, resta nelle mani della Procura. Si tratta di ciò che è stato sequestrato nell’ambito dell’inchiesta sull’incontro avvenuto il 18 ottobre 2018 all’Hotel Metropol di Mosca. Secondo l’accusa infatti, in quest’incontro, si sarebbe discusso di un’operazione di corruzione legata all’importazione in Italia di petrolio che avrebbe fatto affluire nelle casse della Lega 65 milioni di dollari in un anno. Questi fondi russi alla Lega sarebbero serviti per finanziare la campagna elettorale delle elezioni europee.
I prossimi passi
Alla base dell’accusa ci sarebbe un file audio che avrebbe registarto l’incontro, ma su cui la difesa di Savoini era intervenuta negandone l’utilizzabilità. Su questa base era stato chiesto il dissequestro di cellulari e computer di Savoini. Il Tribunale del Riesame aveva bocciato però la tesi dei legali, anche se le motivazioni devono essere depositate entro 30 giorni. Il passo successivo sarà quello di procedere per completare la copia forense di una chat di Savoini, che fino ad ora non si è riusciti ad ottenere per motivi tecnici.