Dopo lo sbarco dei migranti, a bordo della Open Arms, la Procura di Agrigento ha evidenziato le problematiche poste in essere sul mezzo della Ong spagnola. Una psicologa, in merito alla situazione vissuta a bordo, ha stilato una relazione per evidenziare i disagi perpetrati dalle persone che sono rimaste venti giorni a bordo in attesa di comunicazioni. «Le “funzioni psichiche” dei migranti che ieri erano sulla nave Open Arms, dopo che una quindicina di naufraghi si è gettata in acqua rischiando di morire, erano fortemente sollecitate da condizioni emozionali estreme».
Open Arms, la relazione
Il provvedimento è stato firmato dal Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Dopo che le persone hanno iniziato a lanciarsi in mare si è deciso di giungere direttamente sul posto. Momenti di grande tensione complici della precaria situazione a bordo della Open Arms. All’interno della relazione tecnica si è parlato di «un clima di altissima tensione. Lo stesso pomeriggio del 20 si concludevano le operazioni di ispezione. I CT fornivano una prima risposta ai quesiti loro demandati secondo cui le condizioni complessivamente in atto sono quelle di un centinaio di soggetti. Le loro funzioni psichiche sono fortemente sollecitate da condizioni emozionali estreme in un clima di altissima espressione. La percezione di ‘morte’ rispetto a un eventuale rimpatrio e la speranza di ‘vita’, anche affrontando a nuoto lo specchio di mare che li separa dall’isola di Lampedusa, non lascia più possibilità di valutazione del rischio individuale e collettivo».