Mario Cerciello Rega non è riuscito a difendersi e non aveva con sé la pistola d’ordinanza. Questo è quanto emerso durante una conferenza stampa che si è tenuta presso il Comando dei Carabinieri di Roma sito in piazza San Lorenzo in Lucina. Il carabiniere è stato ucciso a Roma da un giovane cittadino statunitense. Elder Finnegan Lee ha confessato l’omicidio facendo ritrovare l’arma nella stanza dell’hotel presso il quale stava soggiornando.
Mario Cerciello Rega e il caso della pistola
Aveva la pistola d’ordinanza il collega Andrea Varriale che, però, ha avuto una colluttazione distante da Cerciello con Natale Hjorth. Detto questo, quindi, il collega è stato impossibilitato nel soccorrere il brigadiere sin quando i due non sono fuggiti. «Aveva solo le manette. Se anche avesse avuto la pistola non avrebbe avuto la possibilità di reagire».
La conferma arriva direttamente dall’ordinanza di convalida del fermo dei due. L’ipotesi della legittima difesa putativa, ipotizzata dalla difesa di Elder Finnegan Lee, è tramontata sul nascere.
Arma del delitto
L’agenzia stampa AdnKronos ha pubblicato le foto dell’arma con cui il militare è stato colpito per 11 volte. La stessa è stata ritrovata nel controsoffitto della camera 109 dell’hotel “Le Meridien Visconti”. L’ordinanza del gip lo descrive come «un coltello a lama fissa lunga 18 centimetri tipo ‘Trenknife’ tipo Kabar Camillus con lama brunita modello marines con impugnatura in anelli in cuoio ingrassato e pomolo in metallo brunito».