Oggi era prevista la prima udienza preliminare che riguarda l’inchiesta sulla tragedia di Rigopiano, avvenuta quel 18 gennaio 2017, in cui persero la vita 29 persone. Oggi, davanti lo Tribunale di Pescara, si sono radunati i familiari delle vittime. Ognuno indossa una maglietta bianca, con stampato il volto del proprio familiare morto nel disastro dell’Hotel di Farindola. Ma dopo una mattinata di attesa, l’udienza è stata rinviata al 27 settembre alle 9.30 per valutare le costituzioni di parte civile e per consentire ai difensori degli imputati di interloquire sulle costituzioni di parte civile.
L’udienza per la tragedia di Rigopiano
Rischiano il processo 24 persone. Tra queste, anche l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, l’ex presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco e il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, ai quali si aggiunge la società Gran Sasso Resort Spa. Diversi anche i reati per i quali risultano indagati, a vario titolo. Dal crollo o altri disastri colposi all’omicidio e lesioni colpose, all’abuso d’ufficio e al falso ideologico. Ma al centro di tutto ci sarebbero la mancata realizzazione della carta valanghe, le presunte inadempienze relative alla manutenzione e allo sgombero delle strade di accesso all’hotel, fino al tardivo allestimento del centro di coordinamento dei soccorsi.
Le parole dei parenti
Molte le testimonianze dei parenti, ma tutte accomunate dal ricordo dei loro cari che sono scomparsi sotto quella valanga, e la voglia di avere giustizia. “Chi ha sbagliato deve pagare, una tragedia come questa non può rimanere impunita”, dice all’AdnKronos Marco Foresta, di 31 anni, che nella tragedia ha perso tutti e due i genitori. Così come Francesco D’Angelo, fratello di Gabriele che è morto a Rigopiano, che dice: “Ho tante aspettative sperando non sia un grande bluff e che la legge sia uguale per tutti. E’ l’inizio di una grande battaglia. La nostra vita è stravolta, mia mamma oggi si è fatta forza ed è la prima volta che viene in udienza, pretendiamo giustizia”. “Devono pagare tutti, dal primo all’ultimo. E’ stata una tragedia che si sarebbe potuta evitare. Noi stiamo male, sempre peggio, con tanta rabbia e tanto dolore, queste persone secondo me non hanno coscienza di cosa accaduto, nemmeno ci pensano”, dicono invece Mariangela e Pina, che hanno perso Ilaria Di Biase, di cui erano mamma e zia.