Il missile aria aria matrice Super Matra 530 sequestrato dalla Digos ad un gruppo neonazista piemontese era destinato al ministro Salvini, parola del ministro Salvini che cita i Servizi, si prende la corona di spine del protomartire politico e incassa l’ennesima abbuffata di like sul web. Torto, ragione empirica o ragionucola concettuale che abbia l’effetto lo ha ottenuto, e in questo la sua maestria è pari solo alla fecondità con cui il culto di immagine del vice premier attecchisce nel popolo.
Salvini e il missile sequestrato
Stavolta però non mancano neanche quelli che, in merito agli obiettivi del gruppo filoucraino che avrebbe preso di mira il titolare del Viminale, hanno manifestato un certo scetticismo. Che sia una notizia fondata o meno poco cale, d’altronde chi cita i Servizi se ne assume la responsabilità (pur controllando per mandato istituzionale la più parte di essi). Quello che interessa, la notizia vera e cruda è che Salvini ha detto che l’indagine che aveva portato al sequestro ad un gruppo neonazista di Torino di armi materiale hi-tec “l’ho segnalata io”.
Minaccia di morte
Così ha detto a Genova. “Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno. I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita. Sono contento sia servito a scoprire l’arsenale di qualche demente. Penso di non aver mai fatto niente di male agli ucraini – ha chiosato il vicepremier – ma abbiamo inoltrato la segnalazione e non era un mitomane. Non conosco filonazisti. E sono contento quando beccano filo-nazisti, filo-comunisti o filo chiunque”.