Laura Massaro si è presentata davanti alle porte di Montecitorio per denunciare il suo caso, che ritiene simile a quello di Reggio Emilia. Lo ritiene infatti simile a quello dei bimbi che venivano tolti ai illegittimamente ai genitori dai servizi sociale di Bibbiano. Laura è madre di un bambino che tra poco compirà 10 anni. Si è presentata davanti a Montecitorio per protestare contro un giudizio inappellabile di un assistente sociale che l’ha ritenuta una mamma inadeguata. Ora, per colpa di questo giudizio, che la donna respinge con forza, potrebbero toglierle la potestà genitoriale.
Bimbi tolti ai genitori a Reggio Emilia
Il caso di Laura pare meno orrendo di quello di Reggio Emilia. Qui, infatti, i bambini venivano tolti ai genitori in maniera illegittima e arbitraria. Poi venivano “venduti” a coppie inadeguate dietro compenso o per “motivi ideologici”. Una bambina, infatti, era stata affidata a una coppia di donne, una delle quali era stata l’ex amante dell’assistente sociale che si è fatta carico del caso e che combatteva per i diritti omosessuali. Un’altro bambino, invece, era stato affidato a una famiglia dove ha subito abusi e un altro ancora era stato affidato al titolare di un sexy shop.
I servizi sociali di Bibbiano
Dietro questa “compravendita” di bambini non c’erano solo i servizi sociali di Bibbiano. È finito per essere coinvolto anche il Sindaco Pd del Comune. I servizi sociali, quando prendevano in carico un bambino, facevano pressioni su di lui in modo tale che rivelasse abusi o maltrattamenti mai subiti. Per fare questo lo “torturavano”, vestendosi anche da mostri per spaventarlo. Infine, una volta estorte le false confessioni, rivendevano il piccolo al “migliore offerente”.
Bimbi tolti ai genitori, nuovo caso
Il caso di Laura, dunque, appare molto diverso da quello di Bibbiano. Anche se ci sono degli elementi che combaciano. Per esempio il giudizio categorico e senza appello di una assistente sociale che giudica la madre inadeguata. “Mi sento come una mosca contro un esercito di giganti e sono terrorizzata – ha detto Laura all’Agenzia Dire.
La mamma è affetta da Pas (sindrome di alienazione parentale). “Il 2 maggio abbiamo avuto il parere del Pm che indicava alla giudice la proposta di un tutore. Il 5 luglio è uscito un provvedimento provvisorio, immediatamente esecutivo, che sospende noi genitori dalla potestà e affida il bambino ad un tutore”. Il problema, denuncia Laura, è “non è stata presa in considerazione alcuna memoria difensiva mentre si aggrava la situazione di mio figlio”. E già, perché, quale che sia la verità, la prima vittima rimane proprio il bambino.
Servizio sociale scomparso
“La giudice – continua Laura – incaricherà il tutore di portare il bambino da un educatore o da una persona scelta di comune accordo con i servizi sociali con l’obbligo di fare psicoterapia in uno dei tre centri che sono stati già individuati“. E ancora: “Perizieranno lui per periziare me e lo toglieranno. Io sono in un baratro perché se il bambino si rifiutasse di andarci, sarà colpa mia. Se finirà nelle mani di uno psicologo sostenitore della PAS diranno che mio figlio è vessato da me“.
La donna ha rivelato di avere seguito tutte le indicazioni che le erano state date in questi anni dai servizi sociali, a cui si è rivolta dopo i maltrattamenti subiti dal marito. Tuttavia, denuncia, il servizio sociale è “completamente scomparso mentre io continuo a portare mio figlio agli incontri protetti con il padre”.