Con una requisitoria durata sette ore la pubblica accusa ha chiesto le condanne a carico dei quattro imputati del delitto di Emanuele Morganti, il 21enne ucciso di botte all’uscita di un locale pubblico nel marzo del 2017 ad Alatri, una cittadina del Frusinate. Quell’omicidio aveva sconvolto l’Italia intera per le modalità brutali e al contempo futili con cui si era consumato e, dopo un lungo ed articolato processo nel capoluogo della Ciociaria, l’accusa ha detto la sua.
Omicidio Morganti, le richieste di condanna
Ergastolo per Michael Fortuna, più 28 anni per Mario Castagnacci, 26 per Paolo Palmisani e infine 24 anni per Franco Castagnacci. Sono tutti accusati di aver condotto il pestaggio da cui Emanuele uscì morto, dopo le avvisaglie di una rissa all’interno del locale ed il tragico epilogo di fuori, in Piazza Regina Margherita. A carico dell’unico del quartetto ritenuto meritevole dai Pm Misiti e De Falco del “fine pena mai” una profilazione penale netta e incontrovertibile: omicidio volontario con dolo.
Cosa è emerso dalle indagini
L’uomo insomma, per l’accusa andò ad uccidere con l’intenzione di uccidere, mentre il cappello procedurale del dolo per gli altri tre è stato classificato come “eventuale”. Sconvolgenti, sia pur nel contesto delle dinamiche processuali e del consentito in procedura, le dichiarazioni della parte civile in dibattimento che, lo ricordiamo, non può formulare richieste di pena ma solo “accodarsi” a quelle della pubblica accusa.
L’avvocato Pavia ha posto l’accento sull’umanità della vittima, una umanità caduta a pie’ pari, quella sera maledetta di marzo, “in un contesto di bestie”. Ancora tre udienze in Corte di Assise e, per quell’efferato delitto, si arriverà a sentenza.