Migranti in fuga dopo una rivolta a Roma nel centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria. La rivoltà si è accesa nella sera di venerdì 5 luglio, e in seguito una dozzina di migranti sono riusciti a fuggire. Nel tentativo di uscire hanno sfondato porte e scavalcato le recinzioni del centro, fuggendo poi nelle campagne circostanti. La rivolta è scoppiata a causa delle lamentele per il cibo cattivo: secondo i migranti infatti, il cibo dato loro era scaduto. Inoltre lamentavano di aver pochi cellulari a disposizione.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, tra i migranti fuggiti ci sarebbe anche un algerino già noto alle forze dell’ordine e tenuto sott’occhio dall’Antiterrorismo. Infatti, il suo nome sarebbe inserito nella lista dei soggetti a rischio terrorismo. L’algerino si sarebbe radicalizzato in carcere, dove aveva scontato una pena per altri reati.
La rivolta al centro migranti
“Il cibo non è buono e abbiamo pochi cellulari a disposizione”, rivendicavano i migranti, secondo quanto riportato da Il Messaggero. Le proteste sono scoppiate la sera del 5 luglio, intorno alle 21.30. Erano in attesa di essere espulsi, i migranti del centro, che hanno cominciato a bruciare materssi e scardinare porte. Poi, alcuni di loro hanno tentato la fuga. Alcuni sono stati bloccati dagli agenti di polizia, altri invece sono risciti a scappare.
Il racconto della Sap
La Sap ha raccontato l’episodio sui facebook: “Numerosi immigrati, dopo aver divelto infissi e danneggiato arredi ed essersi procurati lesioni con lamette e altre armi improvvisate, hanno scavalcato e forzato il presidio interforze posto a protezione e vigilanza della struttura. Dopo essersi dispersi nei campi adiacenti, alcuni sono stati fermati nei pressi di Commercity e riaccompagnati nel Centro. La situazione desta comunque molta preoccupazione“. “Soltanto l’alta professionalità del personale ha scongiurato più gravi conseguenze e soprattutto ha impedito che nessuno rimanesse ferito in modo serio”, è scritto nel post.