Troppo caldo e il tribunale “chiude”. La clamorosa decisione è stata presa dalle autorità di vertice del Foro di Prato dopo che in queste giornate di tremenda canicola alcuni ambienti interni avevano toccato temperature anche di 40 gradi. La conseguenza diretta di quella situazione era stata immediata e tangibile: malori, impossibilità ad espletare le normali pratiche legate all’amministrazione della giustizia, udienze forno e personale sul piede di guerra, togato, in quota FFOO e “laico”.
Caldo record, il Tribunale di Prato chiude per l’impianto di climatizzazione inadeguato
Ma qual è stata la causa della trasformazione del tribunale toscano in una sorta di “bocca dell’inferno”? Semplice: l’impianto di climatizzazione dell’intera struttura è fatiscente e vecchio come il cucco, almeno secondo La Nazione che dà menzione del fatto. E così non riesce a fare il suo dovere secondo gli standard minimi di vivibilità in quelle aule che sembrano ormai dei microonde. Per questa ragione il presidente del Tribunale Francesco Gratteri e il Procuratore Capo Giuseppe Nicolosi, le due figure apicali cioè degli istituti giudiziari che “convivono” sotto lo stesso rovente tetto hanno firmato una ordinanza congiunta.
Da ieri e per tutta la giornata di oggi l’attività sarà limitata alle sole incombenze che, in procedura penale e in punti di diritto urgente, non sono derogabili. Per tutte le altre faccende se ne riparlerà quando l’aria rovente di questi giorni darà un po’ di tregua. E sperando che nel frattempo le numerose istanze inviate al Ministero mettano in moto i vertici di via Arenula per dotare il tribunale di un impianto più moderno e capace. Il personale è stato in parte allontanato e in parte “concentrato” nelle zone più vivibili del foro.