Assolto l’uomo che pugnalò il presidente del Brasile Jair Bolsonaro durante la campagna di settembre scorso che lo portò al Palazzo del Planalto. Il giudice ha accolto la tesi dell’infermità mentale, ma Bolsonaro non ci sta e ha annunciato ricorso. Come riportato dalla Bbc “Adélio Bispo de Oliveira non può essere processato secondo la legge brasiliana perché non era pienamente consapevole delle sue azioni al momento del fatto”.
Attentato alla vita di Bolsonaro
Questo il succo della decisione presa dal giudice federale. I fatti: il 64enne leader brasiliano venne raggiunto, durante un raduno elettorale a Minas Gerais, da una coltellata che gli causò una profonda ferita all’addome. Con l’intestino perforato da quel fendente, Bolsonaro se la vide davvero brutta e perse il 40% del suo sangue. Venne immediatamente ricoverato in terapia intensiva, alimentato per via endovenosa e per lungo tempo, già da presidente, fu costretto a portare una sacca per la colostomia, rimossa a gennaio di quest’anno.
Da quell’attentato, che aveva innescato l’arresto dell’accoltellatore, era nato il controverso processo conclusosi con l’assoluzione successiva alla “sola” decisione del giudice di disporre il ricovero coatto dell’attentatore in una struttura specializzata. Bolsonaro aveva sempre detto che quell’attentato aveva invece una matrice politica ben precisa e che De Oliveira era stato “pilotato”.
Le parole del presidente
“Contatterò il mio avvocato, cercherò di fare tutto ciò che è possibile. Hanno cercato di uccidermi, sono certo di chi fossero, ma per ora non voglio pregiudicare il lavoro degli inquirenti. Farò appello affinché quest’uomo riceva la giusta punizione. Questo è un crimine contro un candidato alla presidenza che ora ha il mandato e ora bisogna arrivare a a sciogliere ogni dubbio su quella storia”.