Dare dei ladri ai napoletani non è reato, parola della Procura di Aosta. “I napoletani non mi piacciono, sono tutti ladri perché quando ci sono dei napoletani nel locale fanno sempre casino e spesso rubano i soldi dalla cassa. E comunque il locale è mio e qui i napoletani non li voglio“. Con queste frasi secche e senza possibilità di appello etico e civile il titolare di un bar di Aosta avrebbe apostrofato, secondo denuncia di parte, un cliente partenopeo che lo scorso 26 gennaio gli aveva chiesto di vedere la partita di calcio fra Napoli e Milan.
Dare dei ladri ai napoletani non è reato
Il titolare del locale, il bar delle Guide di Courmayeur, aveva risposto picche, anzi peggio che picche e la vittima di quel presunto caso di odio razziale aveva abbandonato il locale con i figlie e denunciato il tutto al vice procuratore onorario di Aosta Sara Pezzetto. Proprio il requirente “laico” però ha richiesto l’archiviazione del caso, con una mossa spiazzante ma proceduralmente prevista. La condotta del titolare del bar infatti, secondo il dispositivo citato da Caserta News, “non configura il reato di diffamazione in quanto l’offeso era presente e neppure quello di ingiuria, ormai depenalizzato”.
Ma c’è di più, magari di peggio, senza mettere in discussione la magistratura ovviamente: una sentenza della Cassazione disciplina come nel caso di specie non si possa neanche “parlare di ‘odio razziale o etnico’, dato che manca un “sentimento idoneo a determinare il concreto pericolo di comportamenti discriminatori”. Il motivo? Il bar quella sera era pieno di turisti stranieri affaccendati a seguire il Torneo Sei Nazioni di rugby. Persone cioè impossibilitate a condividere un “comune sentimento discriminatorio” per difficoltà di comunicazione e legittima aspirazione a seguire un altro sport.