Ha ricevuto un provvedimento disciplinare un appartenente alla Guardia alla Finanza (è superfluo dire il grado e impossibile rivelarne il nome, perché potrebbe provocare ulteriori ripercussioni su di lui) che il giorno 5 maggio, libero dal servizio, è andato a trovare il testimone di giustizia Gennaro Ciliberto che manifestava da giorni sotto la sede del Ministero dell’Interno. Fortunatamente non è ancora stato sanzionato, ma non è certo normale che, in un Paese democratico, il Viminale ritenga di dover comunicare alla Guardia di Finanza che un suo appartenente si è intrattenuto per oltre due ore con un cittadino che esercitava il diritto di manifestare sancito dall’articolo 21 della Costituzione.
La protesta di Gennaro Ciliberto
Gennaro Ciliberto è un testimone di giustizia che ha denunciato le infiltrazione della camorra nella costruzione di alcune importanti infrastrutture italiane. Da diverso tempo, e anche ai microfoni di CiSiamo.info, ha denunciato un suo abbandono da parte dello Stato. Un abbandono che lo ha portato nei primi giorni del maggio scorso a voler protestare, anche con uno sciopero della fame, davanti al Ministero dell’Interno.
La visita del Finanziere
Un finanziare, amico di Gennaro Ciliberto, che non è pregiudicato (è bene chiarirlo), è voluto passare a trovarlo, anche per sincerarsi del suo stato di salute, visto che – a causa di agguato ricevuto proprio dalla camorra in seguito alle sue denunce – è diabetico e di sicuro lo sciopero della fame non è la condizione migliore per lui. Il finanziere, pertanto, non ha preso parte alla protesta e nemmeno l’ha incoraggiata (benché non ci sarebbe nulla di illegale neanche in questo), bensì si è soltanto intrattenuto un paio d’ore con lui, sotto gli occhi di tutti, in piazza del Viminale.
L’identificazione della Polizia
Così come lo stesso Ciliberto aveva rivelato, chiunque gli si avvicinasse veniva però identificato dagli agenti della Polizia di Stato che lo osservavano a vista. Un provvedimento, per quanto legittimo, che sicuramente non invogliava le persone a sentirsi libere di esprimere solidarietà al testimone di giustizia. Ovviamente, il giorno 5 maggio, è stato identificato dagli agenti anche il Finanziare che, alla luce del sole e fuori dall’orario di lavoro, era andato a trovare il suo amico.
La contestazione della Guardia di Finanza
Dopo neanche un mese al finanziere è, però, arrivata una formale contestazione da parte del Comando della Guardia di Finanza da cui dipende, perché avrebbe risposto in modo infastidito e paventando possibili ripercussioni nei confronti dei colleghi che lo stavano identificando. Una contestazione che nasce da una nota dell’ufficio sicurezza e vigilanza del Ministero dell’Interno.
Contattato dalla nostra redazione, il finanziere ha preferito non rilasciare dichiarazioni in merito, ma ci ha solo confermato «di aver provveduto a rispondere alla contestazione nei tempi previsti e di attendere la decisione del suo comando».
Come siano andati realmente i fatti sarà, infatti, il Comando della Guardia di Finanza ad appurarlo, in base alle prove che porterà raccogliere, ma di certo la nota del Ministero suona quasi come una ripercussione nei confronti di chi, da libero cittadini, ha voluto esprimere la propria solidarietà a un amico e a un cittadino che esercitava il proprio diritto di manifestare.