Sono 43 le ordinanze di custodia cautelare, di cui 12 in carcere, nell’ambito di un’inchiesta riguardante le tangenti in Lombardia. Nel mirino dell’indagine sono finiti politici, amministratori pubblici e imprenditori. Le accuse vanno da associazione a delinquere di stampo mafioso alla corruzione insieme all’aggiudicazione illecita degli appalti pubblici.
Tangenti in Lombardia
In totale le persone indagate sono 95. La Guardia di Finanza, insieme ai Carabinieri, hanno scoperto false fatturazioni per operazioni in realtà mai avvenute oltre a manovre di auto riciclaggio. Secondo quanto ricostruito dalle indagini esistevano dei gruppi criminali che avevano le basi nelle province di Milano e Varese. Le accuse a carico di politici, amministratori e imprenditori sono anche di corruzione. Il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso riguardo solo 9 dei 95 indagati.
Chi sono gli arrestati
Tra i fermi spiccano esponenti importanti della politica della Lombardia e del Piemonte. Si tratta del consigliere Pietro Tatarella, candidato con Forza Italia alle elezioni europee, e il sottosegretario della Regione Lombardia Fabio Altitonante. Richiesta di arresto, invece, per il deputato di Forza Italia Diego Sozzani. Sul totale degli arrestati 12 sono terminati in carcere, 16 ai domiciliari, altri 12 con obbligo di firma e 3 con quello di dimora. Le operazioni si sono tenute nelle province di Alessandria, Asti, Milano, Monza e Brianza, Novara, Pavia e Torino.
La posizione di Attilio Fontana
Indagato anche il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che, secondo “Il Corriere della Sera”, sarebbe complice di un abuso d’ufficio. Nella mattinata, come riportato dall’AdnKronos, Fontana si è presentato di persona dal procuratore come “parte offesa” per ricevere notizie: la sera il tutto si sarebbe stravolto.
«Peggiora – spiega il Corriere – la posizione del governatore lombardo quando ieri, in Regione, la Guardia di Finanza acquisisce i documenti sul fatto che poi Fontana abbia attuato davvero una delle ‘alternative’ che aveva immaginato: e cioè nell’ottobre 2018 abbia proposto alla giunta regionale di nominare il suo socio di studio Marsico tra i membri esterni di un Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici. È a questo punto che Fontana viene indagato dalla Procura per l’ipotesi di abuso di ufficio».Fontana si è detto fiducioso e risponde: «Vado avanti corretto e trasparente come sempre sono stato».