Trattativa Stato-mafia, chiesta la condanna per l’ex Ministro Calogero Mannino a nove anni di carcere dalla procura generale di Palermo. Mannino è imputato per minaccia a corpo politico dello Stato.
La requisitoria del Procuratore Generale Sergio Barbiera
Il Procuratore Generale Sergio Barbiera, prima della conndanna ha dichiarato: “Le acquisizioni probatorie confermano il timore dell’onorevole Mannino di essere ucciso e le sue azioni per attivare un turpe ‘do ut des’ per stoppare la strategia stragista a attivata da Cosa nostra”.
Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia
Nella requistoria, Barbiera ha spiegato: “Il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca ha dichiarato di avere ricevuto l’incarico di predisporre, subito dopo l’attentato di Capaci, l’omicidio dell’odierno imputato, Calogero Mannino. Anche Francesco Onorato conferma che Mannino ‘si deve uccidere’. E l’ex capo mandamento Antonino Giuffrè’, vicino al boss Provenzano, ha detto che Falcone, Lima e Mannino erano nella lista delle persone da uccidere”. Una decisione, secondo l’accusa, che era stata deliberata “dalla riunione della commissione provinciale di cosa nostra, riunitasi nel dicembre 1991″. E sarebbe stata messa in atto, se la sentenza della Cassazione sul maxi processo fosse stata sfavorevole.
Il commento di Mannino
Calogero Mannino non è presente in aula, ma all’AdnKronos che lo ha contattato ha dichiarato: “La richiesta che l’ufficio dell’accusa ha avanzato è priva di ogni fondamento e prova. Se prova c’è, è quella di una pretesa pregiudiziale e fantasiosa. Anche alla stregua della stessa sentenza Montalto”. “Che tutta la trattativa si riduca alla paura del sottoscritto e dalla sua ispirazione ad un generale dei Carabinieri è soltanto una fake news” dice ancora Mannino. “Sottolineo che la richiesta dell’Ufficio della Procura generale non è giudizio. Attendo fiduciosamente quello”.