Processo al prete esorcista che avrebbe maltrattato una 14enne “posseduta” e violentato altre due donne, adepte della sua chiesa, spunta una collaboratrice che in aula ha affermato di essere la “voce dell’Immacolata Concezione” e che il sacerdote, don Michele Barone di Casapesenna, non era un mostro.
Esorcismo e sesso con le adepte
Entra nel vivo il delicatissImo processo che si sta celebrando davanti al giudice Francica di Santa Maria Capua Vetere. In aula ha deposto una collaboratrice del prete imputato, che risponde in aula di reati gravissimi assieme e con profili penali diversi assieme ai genitori della presunta vittima e ad un poliziotto accusato di aver “coperto” le sue nefandezze.
Lo storico è agghiacciante: alla 14enne, malata in modo serio, vennero sospese le cure mediche dietro autorizzazione degli stessi genitori per procedere con un esorcismo che finì in maniera violenta, con la ragazza contusa. Una prima teste ha affermato che la decisione di passare alla medicina all’esorcismo fu attentamente valutata grazie anche ai buoni uffici di una zia “esperta” in materia. Infatti aveva un distributore di carburanti.
Dal canto suo, la veggente chiamata anch’essa a testimoniare ha affermato che per suo tramite a parlare era l’Immacolata Concezione e che il prete imputato non ha alcuna colpa, anzi. Il sacerdote, secondo il verbale di deposizione, avrebbe anzi liberato la teste stessa dal demonio dopo alcuni abusi sessuali subiti da uno zio orco. Dopo la deposizione dell’ambasciatrice della Madonna il processo è stato rinviato ad inizio maggio.