Telefoni cellulari nascosti nei citofoni e perfino un drone con telecamera che sorvolava l’aera di quel carcere. Ci è voluta tutta la professionalità degli agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di Carinola, nel Casertano, per smascherare l’ennesimo tentativo di mettere i detenuti in condizione di comunicare con l’esterno. Nel carcere sono ristretti non pochi camorristi di grana fina e il problema ne esce ovviamente amplificato. Ad esempio, nell’area dell’autoparco è stato sequestrato un drone.
Drone sopra il carcere
Ne dà notizia il segretario nazionale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), Emilio Fattorello. Secondo la nota sindacale il drone era munito di una videocamera. “Successivamente gli agenti della polizia penitenziaria hanno proceduto al rinvenimento di un telefono cellulare funzionante. Il cellulare è stato ritrovato durante una perquisizione straordinaria, effettuata durante la notte nei locali detentivi del Nuovo Padiglione. Il telefono era nascosto dietro un congelatore”.
Il Sappe evidenzia “la professionalità del Personale della Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa di Reclusione di Carinola, che riesce a garantire il prioritario compito istituzionale della tutela dell’ordine e sicurezza di un Istituto complesso come quello di Carinola”.
Solo poche settimane da erano stati ritrovati cinque mini cellulari, nascosti nei citofoni del reparto vecchio ristrutturato. Qualcuno li aveva infilati nel vano del citofono che viene usato per comunicare coi poliziotti dall’interno della cella. Si tratta di oggetti di produzione illegale, minuscoli e dal prezzo irrisorio – intorno ai 20 euro – e sono molto facili da trasportare occultare. Le dimensioni? 7 centimetri di altezza, 2 di spessore, 1 di profondità e pesano appena 18 grammi. Alcuni dei modelli in commercio, leggermente più grandi, sono dotati anche di commutatori vocali che permettono di mascherare la voce durante le conversazioni.