Lo stadio di Casal di Principe letteralmente farcito di rifiuti speciali, dal berillio ai metalli pesanti che inquinarono le false acquifere e avvelenarono l’acqua. Contro la camorra sfacciata di Francesco “Cicciariello” Schiavone, di Walter Schiavone, di Nico Pezzella e Gigino D’Ambrosio il comune casertano sarà parte civile in un delicatissimo processo appena iniziato. Con l’ente anche l’associazione antimafia “Caponnetto” di Elvio De Cesare.
Lo stadio e i metri cubi di rifiuti speciali sotterrati
I quattro boss della camorra casalese sono accusati di reati pesantissimi davanti al collegio penale di Santa Maria Capua Vetere. Fra di essi spiccano le figure di Francesco, omonimo del super boss Sandokan Schiavone e Walter, noto alla cronaca per la faraonica villa stile Scarface di cui trattò anche Saviano in Gomorra.
Agli imputati è contestato il reato di adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari con l’aggravante mafiosa. Nel 2004 la Dda di Napoli mise a frutto i verbali compilati da alcuni pentiti e andò a scavare vicino lo stadio di calcio di Casal di Principe. Quello che gli investigatori trovarono interrato fu agghiacciante, 150mila metri cubi di rifiuti speciali pericolosi: stagno, idrocarburi pesanti, zinco, berillio, tetracloroetilene, dicloropropano, nitriti, piombo e peggio ancora.
Tutto inquinato
Pozzi, falde acquifere, potabilità dell’acqua e uso irriguo per i campi risultarono tragicamente compromessi e si dovette sequestrare tutto per evitare un’ecatombe da avvelenamento e la compromissione di una intera filiera alimentare. Il processo scaturito da quello scempio ha visto l’ammissione delle prove raccolte, la costituzione delle parti in dibattimento e il rinvio a settembre.