Alt del Viminale alla presentazione del film-libro “La Casalese, Operazione Spartacus” che sarebbe dovuta avvenire il 26 marzo a Spigno Saturnia, un comune in provincia di Latina a pochi chilometri da Formia. Quest’ultima è la città che era insorta per prima per un’opera che richiama le gesta del clan camorristico dei Bardellino, letalmente attivo in quelle zone, e che è prodotta da un pregiudicato nipote del super boss morto Antonio.
Le vivacissime polemiche scoppiate dopo quello che era apparso come un vero atto di sfida alla cultura della legalità, la campagna mediatica aperta a livello nazionale da Ci Siamo.info e rimbalzata su ogni piattaforma e soprattutto le prese di posizione ufficiali del deputato del M5S Raffaele Trano e della politica locale hanno scongiurato un pericoloso precedente.
Il film
Dopo la relazione della Prefettura in merito all’evento e i verbali a corredo delle FFOO competenti il Ministero dell’Interno ha deciso di sospendere lo stesso. Il film è prodotto da Angelo Bardellino, nipote del boss Antonio ed egli stesso coinvolto in vicende di mala, e scritto da Antonella D’Agostino, ex moglie di Renato Vallanzasca già arrestata in un’operazione anti camorra. Lo stop aveva posto un velato problema di “censura” ma in merito le istituzioni hanno le idee molto chiare. “La libertà di espressione è una cosa, dare spazio a messaggi che avvicinano, anziché allontanarli, i cittadini alla cultura mafiosa è un’altra”. Questo il commento su Facebook sulla vicenda del presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. “Ma se si deve intervenire in modo censorio, questo è perché per decenni si è di fatto permesso di credere che la cultura mafiosa fosse ammissibile, anzi la migliore. In un paese libero la censura non interverrebbe ad impedire la presentazione di un libro di tal fatta semplicemente perché nessuno sarebbe interessato a scriverlo od a leggerlo, e dunque a pubblicarlo”.
La scelta di Formia
In questa sede teniamo a sottolineare che quello che era apparso, e lo è ancora, assolutamente inappropriato a questa testata era stata la scelta per la presentazione di una location come Formia, città già depredata eticamente e materialmente dalle gesta dei Bardellino. Di prodotti cinematografici e televisivi che anche se in modo subliminale “danno groove” alla camorra ed al way of life dei malommi in genere ce ne sono moltissimi e tutti, sia pur con le dovute “precauzioni”, specie in famiglia, hanno diritto di cittadinanza nei palinsesti italiani. Nessun intervento a gamba tesa sul merito del film dunque, ma solo la fermissima convinzione che il suo spot non dovesse, come non avverrà, coinvolgere un luogo che al cognome Bardellino ha legato i suoi momenti più mesti. Per il resto il luogo del giudizio sull’opera è e resta la sala cinematografica e quello sull’argomento che tratta le sale dei tribunali.