Arrestato per aver picchiato a sangue la sua ex compagna all’interno di un ristorante, facendola cadere svenuta a terra dopo un pugno in faccia. A finire ai domiciliari è stato Gustavo Bardellino, 40enne nipote dello storico boss dei Casalesi Antonio e già censito penalmente per una serie di reati che però non rientrano nel cappello associativo. Così come la sua discutibile “patente” di famiglio di un boss non ha nulla a che vedere con quanto contestatogli dalla magistratura di Cassino, che gli rileva un’aggressione avvenuta in quel di Formia, nel Pontino, lo scorso 20 gennaio.
L’aggressione
Secondo quanto rubricato in atti, Bardellino avrebbe in quel frangente intercettato la sua ex compagna all’interno di un ristorante della città di mare e, urlandole contro di doversene andar via Da Formia (che dei Bardellino lato malommi è storica metastasi laziale) l’avrebbe poi aggredita con una violenza spaventosa. Tanto spaventosa che dopo un pugno la donna era caduta a terra svenuta. La diagnosi fu quella di una frattura scomposta al volto e 40 giorni di prognosi. La vittima decise di sporgere denuncia in merito a quell’incontro casuale quanto micidiale per lei e la Procura della Repubblica di Piazza Labriola a Cassino, competente per territorio, aveva iniziato ad indagare.
Violenze quotidiane
Gli elementi raccolti avevano poi permesso al Gip di accettare la richiesta dei magistrati che operano all’ombra della millenaria abbazia benedettina e di concordare con tutti gli elementi investigativi raccolti dagli agenti del Commissariato di Polizia di Formia sul nipote del boss “fondatore” dei Casalesi ammazzato in Brasile nel 1988. Pare che le violenze a carico della vittima fossero all’ordine del giorno anche quando la coppia non era ancora arrivata alla decisione di separarsi.