“Nel 2019 è stato recuperato un solo morto nel Mediterraneo“. Così dichiara in un tweet il Vicepremier Matteo Salvini. A sentire lui, i dati sono più che rassicuranti, come quelli diffusi dal Ministero dell’Interno nel Cruscotto giornaliero, che viene pubblicato settimanalmente e riporta i dati degli sbarchi.
#Salvini: abbiamo ridotto del 95% gli sbarchi. Nel 2019 è stato recuperato un solo morto nel mediterraneo. Ogni barcone che arriva è un barcone che torna indietro.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 17 marzo 2019
? #DomenicaLive @carmelitadurso
Ma in quel caso, come avevamo dimostrato, alcuni dati non tornavano. E non tornano nemmeo questa volta, come fa notare Open. Perché sì, è stato recuperato un solo morto, nel 2019. Ma quanti dispersi ci sono, signor Ministro?
Le banche dati

Allora andiamo a controllare il sito dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Il sito ne censisce 153 di morti in mare, proprio perché conta anche i dispersi. 144 infatti, stando alla banca dati UNCHR sono le persone partite e mai arrivate. Non sono state dichiarate formalmente “morte” in mare in assenza dei corpi. Ma quanti di noi credono davvero che queste persone “disperse” e non “morte recuperate” in mare siano davvero ancora vive?
I precedenti

Ma del resto, il Ministro non è nuovo a questa distorsione dei dati. Era il 10 gennaio 2019, quando a Porta a Porta Salvini dichiarava che i morti accertati in mare erano solo 23 nel 2018, contro i 210 del 2017. Ma i dati dell’UNHCR anche in questo caso non concordavano con quelli del Ministro: 1279 tra morti e dispersi nel 2018, e 2874 quelli del 2017.
