Gloria Pompili veniva sottoposta ad un vero calvario, con botte, frustate e vessazioni coperte dal volume della musica alzato appositamente per coprire le sue urla e il rumore delle percosse. E’ quanto è emerso dalle agghiaccianti testimonianze rese dai vicini della giovane donna frusinate ammazzata nel 2017, secondo l’accusa, dai suoi stessi familiari mentre veniva portata a battere e in risposta alla sua decisione di ribellarsi a quella vita infame che non aveva cercato.
La vicenda
La 23enne di Frosinone era stata uccisa a bastonate lungo la Monti Lepini, la strada che collega il capoluogo ciociaro alla città di Latina, sulla quale veniva condotta a prostituirsi da una famiglia di orchi. Per quel delitto sono finiti davanti alla corte di Assise la zia, cugina della vittima ed il suo convivente di nazionalità nordafricana. Per loro l’accusa è di omicidio volontario. Favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione e maltrattamenti in famiglia in presenza della prole sono invece i capi di imputazione ascritti al marito di Gloria, anch’egli nordafricano.
Le percosse
La fase delle escussioni testimoniali sta riservando sorprese orribili, nella ricostruzione dello storico che il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza sta cercando di profilare per ottenere la condanna degli imputati. Picchiata con un frustino lungo 70 centimetri, picchiata in maniera tanto selvaggia che in piena estate Gloria si vestiva con abiti lunghi e coprenti e, quando si chinava ad accarezzare i figli dei vicini, mostrava sotto le ciocche di capelli un cuoio capelluto lacerato dai colpi che riceveva mentre in casa dei suoi aguzzini il volume di una radio veniva improvvisamente alzato, a smorzare urla che comunque attraversavano i muri.
I figli testimoni del delitto
Ad individuare i presunti colpevoli di quell’orribile delitto furono i Carabinieri pontini, coordinati dal Sostituto Luigia Spinelli. Gloria venne percossa ed ammazzata in auto davanti agli occhi dei suoi figli piccoli. Furono proprio le loro testimonianze ad indirizzare gli inquirenti verso l’impensabile scenario che aveva portato alla morte della 23enne. Ad aprile in aula saranno sentiti proprio gli imputati.