In un Ikea di Corsico si sono ripetute per mesi scene in cui i dipendenti cambiavano le etichette di alcuni mobili che poi davano a parenti. Quest’ultimi poi si recavano alle casse pagando prezzi più bassi rispetto a quelle che avrebbero dovuto pagare.
Questo marchingegno è andato avanti a lungo. Alcuni prodotti passavano alle casse come “bottiglie d’acqua minerale”, “mensole”, “cuscini” o “portapenne”. Per finire poi nelle case di parenti e amici se non, come accertato in alcuni casi, nei mercatini dell’usato o su internet.
30 i denunciati
Sono 30 i dipendenti del punto vendita Ikea di Corsico, alle porte di Milano, che negli ultimi tre giorni si sono visti consegnare una lettera di avvio di un procedimento disciplinare per colpa grave.
Sono stati immediatamente sospesi dal servizio e subito allontanati dallo store dopo aver recuperato i loro effetti personali. Adesso hanno cinque giorni di tempo per rispondere alle contestazioni disciplinari. E quello che colpisce di più è proprio il numero di dipendenti coinvolti. Lo store di Corsico, infatti, conta poco più di 350 unità tra cassieri e addetti alla vendita.
Inchiesta avviata dalla Procura
La vicenda è al centro di un’inchiesta avviata dalla Procura di Milano. I dipendenti sono stati denunciati per truffa, furto e ricettazione.
Ikea, per adesso, si affida a poche righe per commentare la vicenda. “Un’indagine interna ha svelato il grave comportamento di alcuni co-worker dello store di Corsico volto a danneggiare le risorse aziendali. Ikea sta prendendo i provvedimenti necessari per proteggere i propri co-worker e il proprio brand”.