Continua la pioggia di polemiche sulla scelta di Carlo Freccero di mandare in onda sabato pomeriggio una replica del programma “Grillo c’è”, già mandato in onda in prima serata il 28 gennaio e oggetto di un flop clamoroso. Il programma, che raccoglie spezzoni degli spettacoli del cominco genovese Beppe Grillo, aveva già ricevuto critiche nei giorni scorsi.
Così, dopo l’annuncio della replica di sabato pomeriggio sono poche e voci della politica che non siano in qualche modo occupate della faccenda.
Le critiche
Così Michele Anzaldi si chiede come sia possibile che il palisesto di Rai 2 venga stravolto per fare posto al fondatore del Movimento 5 Stelle. E chiede su facebook che “il Presidente della commissione parlamentare della Rai a convocare subito in Parlamento i vertici della televisione pubblica”. Dello stesso parere Emanuele Fiano, che ha fatto notare come la scelta della Rai sia stata a dir poco fallimentare, poiché, come Fiano aveva previsto, c’è stata una “nuova flessione degli ascolti”.
Gli ascolti negativi
E infatti, come previsto gli ascolti per “Grillo c’è” sono stati negativi. Negativissimi anzi, se il programma ha raggiunto appena il 3,1% di share, con 527.000 spettatori. Tanto che non viene neppure nominato nel comuincato stampa della Rai sugli ascolti di sabato 2 febbraio. Dal canto suo, Freccero non ha dato spiegazioni in merito alla deciosne.
La questione pagamenti
Ma questa non è l’unica critica mossa alla Rai. Sempre Michele Anzaldi hga fatto notare come una direttiva dei vertici Rai imponga di non pagare esponenti politici. Ma, scrive Anzaldi, “per la messa in onda dei suoi spettacoli, Grillo ha ricevuto circa 30mila euro attraverso il suo agente, come confermato da Freccero. Il compenso garantito all’esponente politico Beppe Grillo si configurerebbe come una palese violazione della direttiva Rai che vieta di pagare politici“.
E con un caustico tweet si chiede: “Cda dorme?”
Replica Grillo su Rai2 ancora flop: 3,1% di share, ancora sotto media di rete. Freccero sia chiamato personalmente a rispondere di danno economico causato a servizio pubblico. Mai visto tale uso politico di una rete pubblica, con tanto di compenso al leader (vietato). Cda dorme?
— Michele Anzaldi (@Michele_Anzaldi) 3 febbraio 2019