Spuntano nuovi, inquietanti dettagli sul caso del bambino morto a Napoli dopo essere stato picchiato brutalmente dal patrigno. Il piccolo, Giuseppe, avrebbe passato dalle due alle tre ore sdraiato su un divano, gonfio e sanguinate in seguito alla botte. Niente avrebbe fatto la madre per aiutarlo. Solo la sorellina (anche lei picchiata dal patrigno) e il fratellino di soli 4 anni sono intervenuti, provando, nel loro piccolo, ad alleviare le ferite di Giuseppe.
Fermato il compagno della mamma
Fermato il convivente della madre Tony Essoubti Badre. Si tratta di un italiano di 24 anni, figlio di tunisini che vivono a Cardito e che da molti anni fa l’ambulante. Il giovane è stato bloccato dal personale di Polizia e portato in commissariato per l’interrogatorio.
Badre Tony Essobti ha raccontato così agli inquirenti i momenti in cui ha picchiato Giuseppe fino a ucciderlo. Si sarebbe assunto subito tutta la colpa dell’accaduto.
È lo stesso patrigno a riferire il perché si sia scagliato con tanta violenza contro i bambini. I suoi figliastri avevano danneggiato la sponda del letto appena comprato. “Quell’episodio mi ha fatto perdere la testa” – ha detto
Essobti. “Gli volevo bene come fosse stato figlio mio“. E ancora: “Avevamo fatto sacrifici per comprarlo il letto.”
La testimonianza della bambina
Agli agenti della Polizia la bambina ha raccontato che il compagno si sarebbe accanito contro il fratellino e anche contro di lei colpendoli con una scopa. L’episodio di violenza è accaduto a più riprese tra la nottata e la mattina. Il 24enne è successivamente uscito di casa per fare ritorno più tardi.
Piccola in codice rosso in ospedale
Anche la sorellina, Noemi, di 8 anni, era stata picchiata dall’uomo, sebbene in modo meno grave del fratello. La bambina era stata portata in ospedale, con codice rosso, ma non in pericolo di vita. Al pronto soccorso del “Santobono” alla piccola era stato riscontrato un trauma cranio-facciale e con contusioni multiple da percosse in varie parti del corpo.
Il comportamento della madre
La Procura di Napoli Nord, inoltre, sta indagando anche sul comportamento della madre dei due bambini. La donna, infatti, ha confermato agli inquirenti le violenze commesse dal convivente. Tuttavia, ha riferito anche di non averle denunciate, forse per paura. Si tratterebbe di una circostanza decisiva, su cui la Procura vuole vederci chiaro, e per questo la donna potrebbe essere iscritta nel registro degli indagati. L’accusa a suo carico sarebbe di non aver fatto nulla per impedire il pestaggio.
Inoltre, la madre, dopo aver preso atto del pestaggio dei suoi figli, e soprattutto dopo essersi resa conto delle condizioni di Giuseppe, non avrebbe fatto niente. Si sarebbe limitata ad adagiare il piccolo sul divano e a spalmargli una pomata a base di arnica.
Investiti da un auto
Alla fine, dopo che il bambino è rimasto in agonia per 3 lunghe ore, finalmente la famiglia ha chiamato il 118. Tuttavia, avrebbe dichiarato in un primo momento che le ferite del piccolo erano state provocate da un auto che lo aveva travolto.
Questo ha fatto subito insospettire i medici. Infatti non si è mai sentito di qualcuno che viene investito da un auto nella propria abitazione.
La difesa del compagno
Il compagno della madre ha riferito che ci sarebbe stato l‘intervento diretto della donna a difesa di Giuseppe. I due “erano una coppia in crisi e ogni occasione era buona per litigare”, ha riferito il difensore del’uomo. E ha ribadito che il suo assistito ha raccontato che la compagna “ha cercato di fermarlo, questo lo ha chiarito al gip“.