L’Antimafia mette in tacca di mira il Molise in una voluminosa quanto preliminare indagine per voto di scambio, spalmata su due distinti procedimenti che starebbero studiando i canali di infiltrazione di mafia pugliese e ‘ndrangheta nel tessuto sociale della regione e proprio servendosi del “bouquet” dell’esercizio del voto.
Voto di scambio in Molise, spunta l’aggravante mafiosa
La notizia, battuta dall’Ansa poche ore fa, sta facendo tremare i polsi di più di un soggetto coinvolto nelle elezioni regionali che, l’anno scorso, in quella regione avevano fatto il paio con le nazionali che avevano consegnato il paese a Cinquestelle e Lega. Il paese ma non il Molise, che aveva “resistito” alla marea sovranista ed aveva consegnato l’esito del voto regionale ad una irrobustita Forza Italia.
Gli ambiti specifici della delicatissima indagine sono noti, ma assolutamente, allo stato, non se ne conoscono i soggetti, politici e umani. Ergo, ogni liaison con il partito uscito vincitore da quella tornata è per il momento assolutamente gratuita. Veniano a ciò che si sa: si sa che l’indagine è coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Campobasso (una delle più “agguerrite”, in punto di diritto, d’Italia – ndr), che sta procedendo ai sensi dell’articolo 416/ter del vigente codice penale, quello che disciplina lo scambio elettorale politico mafioso e che il focus dell’indagine sarebbe concentrato per lo più nel bacino elettorale della provincia di Isernia, dove l’anno scorso era andato alle urne il 59,67% degli aventi diritto al voto.
Non si tratta del primo caso
La fonte primaria della new era stato un attento reportage della testata Primo Piano Molise, che citava alcuni stralci del discorso inaugurale dell’Anno giudiziario pronunciato dal Procuratore Generale Guido Rispoli. I precedenti non mancano, anche se uno degli ultimi, la famosa indagine della Dda denominata “Piedi D’Argilla” su una variante di valico e sui presunti legami fra ‘ndrine, imprenditoria e politica per gestire assunzioni ed opere pubbliche proprio in Molise, a suo tempo portò ad un nulla di fatto, con assoluzioni che scagionarono anche esponenti politici di alto rango, organici all’attuale partito di governo regionale.
In quel caso la tesi non solo non resse, ma crollò miseramente sotto l’attacco delle difese. Il tempo dirà se l’indagine attuale avrà vita procedurale migliore.