Buche a Roma, da quanto si apprende, saranno degli sponsor privati a farsi carico di di ripararle. Non solo. Sponsor privati potranno anche dare un contributo per restituire un volto presentabile ai parchi pubblici. Potranno inoltre ristrutturare palestre scolastiche, realizzare piste ciclabili o ridisegnare piazze e aree pubbliche. Il Campidoglio, dunque, visto il brutto tempo che tira, punta ai fondi privati per mettere in campo interventi che, di norma, spetterebbero alla stessa amministrazione.
Il regolamento
La giunta di Virginia Raggi ha deciso di estendere al settore dei lavori pubblici quel “Regolamento per la disciplina e la gestione delle sponsorizzazioni” che, finora, riguardava soltanto il restauro di beni culturali. Il tutto ammesso e non concesso che esistano privati disposti a farsi carico della battaglia contro le buche, sui 5.500 chilometri di strade della Capitale, o a occuparsi di aree vedi che comunque rischiano di tornare ad essere abbandonati all’incuria e al degrado.
Le opere
La delibera approvata dai 5 stelle, estende espressamente il campo delle sponsorizzazioni al “programma triennale dei lavori pubblici” e al “programma biennale degli acquisti di beni e servizi”. Viene così inserita una serie lunghissima di opere finanziabili da privati. Questi, in teoria, potrebbero proporsi per rifare i sampietrini di piazza Venezia o sostituire le malandate scale mobili delle stazioni della linea A della metropolitana.
Gli obbiettivi
Secondo il nuovo regolamento comunale l’amministrazione può inoltre “individuare lavori, la cui realizzazione è condizionata alla conclusione di contratti di sponsorizzazione”. In cambio, le aziende e i privati potranno realizzare materiale pubblicitario e divulgativo, con il proprio marchio, riguardo all’opera sponsorizzata. Campidoglio e azienda, nel contratto che sarà stipulato, definiranno quindi “le modalità di promozione, comunicazione e pubblicità, i limiti dello sfruttamento dell’immagine a fini pubblicitari, di eventuali diritti di esclusiva, di eventuali benefits, di modalità di utilizzazione del marchio e di presenza del logo dello sponsor sul materiale di propaganda e di pubblicità”.
Il crowdfunding
Forse, se se in Campidoglio riusciranno a trovare un accordo, partirà anche una sorta di crowdfunding, ossia la possibilità di raccogliere soldi tra i cittadini per finanziare interventi. Qui i dubbi riguardano le procedure da utilizzare, a partire dalla questione dei tempi, “perché se decido di partecipare al crowdfunding per rifare la palestra della scuola di mio figlio non posso temere di dover aspettare anni”, osservano dall’opposizione. Per questo, per ora, queste norme si sono arenate in commissione.