Un’inchiesta che potrebbe scatenare un vero e proprio terremoto all’interno della Magistratura in Calabria. Secondo quanto riportato dalle colonne de “Il Fatto Quotidiano”, la Procura della Repubblica di Salerno avrebbe aperto un fascicolo d’inchiesta su quindici magistrati. Stando a quanto riportato vi sarebbero diverse vicende poste sotto la lente d’ingrandimento. Nel fascicolo sono presenti il Procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo, quello di Castrovillari Eugenio Facciolla e il Procuratore Aggiunto di Catanzaro Vincenzo Luberto.
Inchiesta in Calabria su alcuni magistrati
I reati contestati vanno dal favoreggiamento mafioso alla corruzione semplice e negli atti giudiziari per finire all’abuso d’ufficio. Stando alle informazioni raccolte, i pm di Salerno starebbero dando vita all’indagine dalla scorsa estate grazie a un carteggio trasmesso dalla Procura di Catanzaro. Quest’ultima, attualmente, è guidata da Nicola Gratteri. Nell’inchiesta potrebbero figurare possibili episodi di favoreggiamento ed eventuale manipolazioni di atti d’indagine.
Parla il legale di Facciolla
Antonio Zecca, legale del Procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’Agi. Le sue parole sono indirizzate, ovviamente, all’inchiesta della Procura. «A Salerno, per quanto riguarda la posizione del procuratore Facciolla, è in corso un approfondimento su temi amministrativi e organizzativi della procura di Castrovillari. Soltanto questo».
L’avvocato si concentra nell’analisi dell’articolo comparso su “Il Fatto Quotidiano”. «Ho letto l’articolo che riguarda un grappolo di magistrati calabresi per reati associativi o per collusioni con reati associativi – dice l’avvocato – ma assolutamente nulla ha a che vedere l’indagine che riguarda Eugenio Facciolla con questi temi. Il dottor Facciolla ha già ampiamente chiarito il suo ruolo e il suo comportamento – aggiunge il legale – ma, ripeto, sotto l’aspetto amministrativo ed organizzativo dell’ufficio. È a dir poco sorprendente che ci sia una fuga di notizie su questi temi – conclude -. Mi sembra un vero e proprio salto nel passato. Negli anni Novanta le informazioni di garanzia gli interessati le ricevevano dalle testate giornalistiche».