Arrestato Marco Piovella, il capo ultras della curva dell’Inter. L’arresto è sopraggiunto nell’ambito delle inchieste in atto sugli scontri avvenuti allo Stadio di San Siro lo scorso 26 dicembre, prima della partita Inter- Napoli. L’arresto di Piovella è stato disposto su richiesta della Digos, della Questura e della Procura di Milano, in base degli elementi emersi grazie alle indagini.
L’uomo, 33 anni, si era presentato in Questura il 29 dicembre, indicato come l’ispiratore dell’agguato ai tifosi napoletani. Restano in carcere,anche gli altri due arrestati: Luca Da Ros, Francesco Baj e Simone Tira. Piovella è uno dei leader della “Curva Nord”, specificatamente dei “Boys S.A.N.“.
Le indagini
Luca Da Ros, uno dei tre arrestati, è l’unico che “nel corso dell’interrogatorio ha mostrato una assai maggiore disponibilità a ricostruire i fatti e consapevolezza della gravità di quanto avvenuto”, come riporta l’Ansa. Pare sia stato Da Ros, infatti, a indicare Piovella come l’ideatore dello scontro, che il Gip Guido Salvini ha definito “un’azione in stile militare”
La ricostruzione del Gip
L’attacco, così come l’ha ricostruito il Gip Salvini, è “espressione tra le più brutali di una ‘sottocultura sportiva di banda’, che richiama piuttosto, per la tecnica usata, uno scontro tra opposte fazioni politiche” . Secondo il Gip, gli appartenenti ai più importanti gruppi ultrà legati all’Inter si erano concentrati presso il pub Cartoons, in via Emanuele Filiberto. Qui sarebbe avvenuta la pianificazione dello scontro. Così, pare che alcune auto abbiano caricato gli ultras per portarli al Parco del Fanciullo, nella periferia ovest di Milano. Lì avrebbero trovato le armi da usare. La seconda parte dell’azione si è svolta tra via Fratelli Zoia e via Novara, dove gli ultrà dell’Inter avrebbero aspettato i furgoncini dei tifosi del Napoli per poi partire all’attacco.
L’investimento di Belardinelli
La dinamica dell’investimento di Daniele Belardinelli è invece ancora in via di accertamento. Nessuno degli indagati “sembra aver assistito direttamente” all’incidente. Ma il padre di Daniele, Vincenzo Belardinelli, si è rivolto all’autista del suv che ha investito il figlio, e gli ha chiesto di costituirsi.
La prevenzione
I fatti di Milano hanno avuto grande risonanza, e il Gip Guido Salvini ha sottolineato che in seguito potrebbero scatenarsi episodi di rappresaglia. L’episodio “si pone a un livello molto elevato di gravità ben superiore a quello di una comune rissa e cioè del reato in cui l’episodio è necessariamente inquadrato”.