Sono due le vittime della circoncisione rituale eseguita in casa: un bambino è morto e il gemello è ricoverato in gravi condizioni in ospedale. Questo è quanto accaduto a Monterotondo, vicino a Roma. I due bimbi sono di origine nigeriana, e ora sulla vicenda indaga la Procura di Tivoli, che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio per il bambino morto, a cui si aggiunge quella di lesioni gravissime per il piccolo sopravvissuto.
Secondo una prima ricostruzione, un sedicente medico libico avrebbe eseguito al pratica sabato nel tardo pomeriggio, nella sua casa alle porte di Roma. L’operazione sarebbe stata eseguita prima su un bimbo e poi sull’altro. Quando poi la situazione è precipitata e le condizioni dei piccoli sono diventate gravi, è stato chiamato subito il 118. Purtroppo uno dei due non ce l’ha fatta a causa della forte emorragia.
La famiglia
I due piccoli erano nati a Latina nel 2017. Erano giunti a Monterotondo da metà novembre con la madre, una nigeriana che, come riporta il Corriere di Roma, ha altri 5 figli in Nigeria. Gli operatori dello Sprar, il Servizio di Protezione per i Richiedenti Asilo e i Rifugiati, sostengono di non essere stati a conoscenza della volontà della donna di sottoporre i figli all’operazione della circoncisione. L’Arci di Roma comunica di aver appreso con Abbiamo appreso con sgomento della morte di un bambino e delle gravi condizioni del gemello a Monterotondo. “I due bambini erano ospiti in un centro d’accoglienza che l’Arci gestisce con il Comune di Monterotondo dal 2009″. L’Arci di Roma ha intenzione di costituirsi parte civile “laddove fossero accertate responsabilità di persone che hanno provocato la morte del bambino“.
Il commento del Sindaco di Monterotondo
Intervistato da Radio Capital, il Sindaco di Monterotondo Antonino Lupi ha commentato la vicenda definendola una tragedia assurda. “In questa sorta di casa famiglia c’erano tre mamme, insieme alla madre dei gemellini che era arrivata dal Cas di Rieti il 15 novembre. Sembrava abbastanza serena e integrata, anche perché a Rieti aveva fatto un percorso di alfabetizzazione”. Ha poi precisato che nella struttura non possono entrare persone estranee ai nuclei familiari, ed evidentemente “la mamma deve aver preso l’iniziativa senza avvisare nessuno, altrimenti non sarebbe stato assolutamente consentito”.