Legge di bilancio 2019, in arrivo la stangata per cittadini e imprese. Dal 2019, gli italiani rischiano di pagare 1 miliardo in più sulle tasse locali, a seguito della rimozione del blocco delle aliquote dei tributi locali introdotta nella Legge di Bilancio. A segnalarlo è il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo. “Tra Irap, Imu, Tasi e addizionali Irpef, famiglie e imprese versano a Regioni ed enti locali oltre 60 miliardi di euro all’anno. L’incidenza di questo importo, sul totale delle entrate tributarie, è pari al 12% e, purtroppo, è destinato ad aumentare“.
La previsione della Cgia
La Cgia prosegue: “Molto probabile che alcuni Governatori e molti Sindaci torneranno ad alzare le tasse locali. Secondo alcune stime, degli 8.000 Comuni presenti in Italia oltre l’80% ha i margini per aumentare sia l’Imu sulle seconde e terze case sia l’addizionale Irpef. Non è da escludere inoltre che, a seguito dell’aumento della deducibilità dell’Imu sui capannoni in via di definizione con la Legge di Bilancio 2019, alcuni primi cittadini siano tentati di ritoccare all’insù l’aliquota di propria competenza”.
Negli ultimi anni, le manovre di finanza pubblica a carico delle Autonomie locali hanno comportato una contrazione delle risorse disponibili pari a 22 miliardi di euro. I più colpiti sono stati i Comuni.
Le Province hanno subito una diminuzione delle risorse pari a 3,5 miliardi. Le Regioni a Statuto speciale, al contrario, non hanno sopportato alcuna contrazione, anche se lo Stato centrale ha imposto loro di accantonare ben 2,9 miliardi di euro.
Nonostante il blocco degli aumenti dei tributi locali e il taglio ai trasferimenti, i Sindaci hanno comunque trovato il modo di compensare queste mancate entrate agendo sulle tariffe locali.
Tra il 2015 e i primi 4 mesi di quest’anno le principali tariffe amministrative applicate dai comuni sono aumentate dell’88,3%. Quelle applicate dalle società controllate da questi enti territoriali per la fornitura dell’acqua, invece, hanno subito un incremento del 13,9%, quelle della scuola dell’infanzia del 5,1%, le mense scolastiche del 4,5%, il trasporto urbano del 2% e i rifiuti dell’1,7%. L’inflazione, invece, sempre in questo periodo è salita solo dell’1,7%.